Multicolor, zebrati, fluo, queste strisce di cerotto soprattutto nella bella stagione spuntano da sotto le magliette e i pantaloncini, attirando la curiosità di chi non li ha ancora mai provati. Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza su questo famoso KINESIOTAPE, andando a spiegarne principi e funzionalità e sfatando “falsi miti”, rispondendo a quelle che sono le domande più frequenti che di solito ci vengono poste dai nostri pazienti. COS'È IL KINESIOTAPE E DI COSA È FATTO? Queste strisce sono composte da tessuto ipoallergenico (in fibre di cotone) elastico ed estensibile in una sola direzione, e possiedono un lato adesivo realizzato in acrilico farmaceutico che ne permette l’applicazione sulla pelle. Non contengono lattice, sono resistenti all’acqua e una volta applicate si possono indossare per più giorni. COME FUNZIONA? Il KINESIOTAPE determina un’effetto prettamente meccanico nella zona in cui viene applicato, producendo particolari convoluzioni sulla pelle. Ciò fa si che venga aumentato lo spazio interstiziale, trasmettendo l’effetto anche a livello sottocutaneo. Il risultato è una riduzione della pressione e dell’irritazione dei recettori neurali e sensoriali, che normalmente trasmettono il dolore dovuto all’alterazione della zona interessata dalla problematica da trattare. La riduzione di pressione produce dunque un sensibile abbassamento del dolore. A questo si aggiunge un importante effetto di detensionamento (o attivazione, in base a come viene applicato il bendaggio) sulla componente miofasciale e di stabilizzazione e miglioramento della propriocezione delle componenti capsulo-articolari.
Un'applicazione di Kinesiotape
Il KINESIOTAPE è inserito nel gruppo dei cosiddetti “bendaggi funzionali”, ma, a differenza dei suoi “colleghi” più rigidi, non limita i movimenti ma li accompagna e li modula grazie alla tensione con cui viene applicato e che si esercita sul distretto interessato, determinando gli effetti positivi che possono essere terapeutici, preventivi e riabilitativi. Permettendo ed assicurando questo dinamismo controllato, questi cerotti sono in grado di supportare l'apparato capsulo-legamentoso delle articolazioni, inibire (scaricare) o attivare componenti muscolo-tendinee, migliorare la propriocezione stimolando i recettori responsabili della percezione del movimento del corpo, ridurre e drenare il gonfiore del tessuto per effetto della compressione, stabilizzare e correggere alterazioni osteo-articolari e lesioni muscolari.
Il KINESIOTAPE deve il suo enorme successo e la sua diffusione alla grande versatilità che lo caratterizza, in quanto è sicuro, efficace ed utilizzabile in svariati campi di applicazione. Può essere infatti impiegato sia in ambito ortopedico che riabilitativo, nello sport per migliorare la performance incrementando la propriocezione e la stabilità degli atleti, così come in pazienti con problematiche di circolazione linfatica e sanguigna per favorirne il drenaggio. Dal bambino all’anziano, dalle fratture ossee alle lesioni muscolari, tendinee e legamentose. Più in generale possiamo dire che serve in tutti quei casi in cui è necessario sostenere ed aiutare il corpo a ritrovare una propria omeostasi. Le strisce vengono applicate sulla pelle in maniera precisa in base al decorso ed alla funzione delle strutture danneggiate o potenzialmente a rischio; in questo modo, le forze di trazione che agiscono sulle normali linee di azione delle componenti interessate vengono trasferite sulla pelle determinando, oltre all'effetto puramente meccanico di sostegno e protezione, anche un miglioramento della propriocezione e della percezione della zona trattata.
Alla luce di tutto ciò, risulta chiaro che il KINESIOTAPE ha il vantaggio di poter essere utilizzato pressoché su tutto il corpo. Le applicazioni che si vedono più comunemente sono quelle di stabilizzazione e sostegno di articolazioni e muscoli degli arti superiori ed inferiori. Per ciò che invece riguarda il rachide (in particolar modo quello cervicale) viene impiegato prevalentemente per limitare i movimenti che possono arrecare disturbo a muscoli e distretti articolari già compromessi e dolenti.
NO! Questa domanda ci viene posta continuamente, probabilmente perché sul mercato si trovano sempre più spesso cerotti che una volta applicati basano la loro efficacia proprio su questa modalità d’azione. Approfittiamo di questa sede quindi per ribadire e sottolineare che il KINESIOTAPE è fondato sulla risoluzione NON farmacologica del dolore e/o dell'infiammazione, ma sfrutta la naturale capacità fisiologica di rigenerazione – che, ovviamente, richiede tempo ed astensione (parziale o totale) dall'attività. In definitiva questo tipo di bendaggio non agisce direttamente sul dolore e/o sull'infiammazione ma ne favorisce la risoluzione impedendo o riducendo i movimenti indesiderati o eccessivi che stanno all’origine di esso e che spesso sono la causa del suo protrarsi nel tempo.
Va da sé che il KINESIOTAPE non va considerato una vera e propria cura, ma è un alleato valido ed efficace in grado di seguire il paziente durante tutte le fasi della riabilitazione e del percorso di recupero, dalla fase acuta e fino al completamento della rieducazione funzionale, durante la fase cronica e mediante alcuni accorgimenti è addirittura consigliabile per la prevenzione dell’infortunio e del trauma. L’utilizzo di questo bendaggio è quindi certamente consigliabile in combinazione con le altre tecniche riabilitative (quali la terapia manuale, l’esercizio terapeutico, la terapia fisica strumentale e l’idrokinesiterapia) e la sua applicazione non solo è possibile ma amplifica, potenzia e mantiene nel tempo gli effetti terapeutici delle tecniche riabilitative a cui viene accoppiata. Giorgia Bucci
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