Premessa: L’applicazione di corrente elettrica a scopi terapeutici o ai fini di ricerca sul funzionamento del corpo umano ha subito un’accelerazione esponenziale nel corso dei secoli.
Da una scoperta fortuita nell’antichità, con un’applicazione di scariche elettriche prodotte da particolari specie di pesci, passando per i lavori sperimentali di Galvani sullo studio del sistema nervoso verso la fine del XVIII secolo; tuttavia è solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo che, grazie agli incessanti progressi tecnologici, si è sviluppata l’elettroterapia.
È soltanto all’inizio degli anni Ottanta che la storia dell’elettroterapia diventa razionale e ciò grazie alla combinazione delle nuove conoscenze della fisiologia e della tecnologia Una volta compresi gli effetti di base dell’elettricità applicata sui tessuti vivi, le uniche correnti che sarebbero state utilizzate oggi sono quelle che garantiscono una sicurezza assoluta per il paziente, il massimo comfort e quindi un’efficacia ottimale. È in questo contesto, e grazie all’impegno della società Compex, che durante gli ultimi venti anni l’elettroterapia ha avuto uno sviluppo considerevole.
ElettroTerapia
L’elettroterapia è la terapia fisica che si basa sull’utilizzo degli effetti biologici ottenuti dall’energia elettrica a scopo terapeutico; consiste in correnti elettriche che vengono fatte passare attraverso la parte del corpo interessata avendo avuto cura di sceglierle con determinate caratteristiche idonee agli scopi da raggiungere.
Esistono diverse forme di energia elettrica utilizzabili a fini terapeutici, in base alle caratteristiche di ampiezza d’onda, andamento, direzione e intensità ciascuna di esse avrà applicazioni differenti, ma in generale gli effetti dell’elettroterapia si possono riassumere in:
– azione eccitomotoria (elettrostimolazione muscolare)
– azione analgesica (TENS, correnti diadinamiche)
– azione trofica e vasomotoria (corrente galvanica, che sta alla base della ionoforesi)
Indicazioni:
-come eccitomotrice dei muscoli ipotonici o colpiti da lesioni nervose periferiche,
-come vasomotore nei disturbi dei tessuti degenerati a livello periferico,
-come antinfiammatorio per introduzione per cutanea di medicamenti (ionoforesi) in tutte le patologie artro-reumatiche e infiammatorie dell’apparato scheletrico, muscolare, nervoso periferico,
-come analgesico in tutte le affezioni muscolari o articolari, dolorose e nervose (nevriti) e le radicoliti (es:lombo sciatalgia, cruralgia, cervicobrachialgia etc.)
Controindicazioni:
Sono limitate. Le correnti a spiccato effetto eccitomotore vanno sconsigliate nelle paralisi spastiche o in casi di intolleranza o reazione allergica accertata alla corrente stessa.
E’ sconsigliata per pazienti portatori di pace-maker e donne in gravidanza.
Una controindicazione relativa è posta dalla presenza di oggetti metallici nel campo da trattare;
è inoltre da evitare l’interposizione degli elettrodi in zone con bypass e in soggetti con grave cardiopatia,
Le correnti più frequentemente usate in terapia si dividono in CORRENTE CONTINUA e CORRENTE VARIABILE .
CORRENTE CONTINUA
Corrente galvanica
E’ una corrente continua, unidirezionale ad intensità costante.
E’ utilizzata soprattutto come ionoforesi: possibilità di far penetrare attraverso la cute (follicoli piliferi e dotti ghiandolari della cute) dei farmaci, sfruttando la dissociazione elettrolitica del farmaco e la sua migrazione da un polo elettrico all’altro.
Principio d’azione
- effetto trofico (vasodilatazione e attivazione del metabolismo cellulare)
- effetto analgesico (attraverso la variazione dell’eccitabilità dei nervi)
Indicazioni
Trattamento di patologie articolari e periarticolari
Controindicazioni
- pacemaker
- mezzi di sintesi metallici (utilizzati ad esempio nella consolidazione chirurgica delle fratture)
- patologie cutanee superficiali
Utilizzare elettrodi ben imbottiti e bagnati (spugne).
Si possono verificare reazioni allergiche legate all’uso del farmaco.
CORRENTE VARIABILE
Per quanto riguardo le correnti variabili, esse possono essere divise in 2 grandi gruppi a seconda dello scopo con cui vengono impiegate:
- correnti eccito motorie
- correnti con effetto antalgico (correnti diadinamiche e TENS).
CORRENTI ECCITOMOTORIE
Sono correnti variabili sfruttate per ottenere contrazioni muscolari e quindi utilizzate sia per la stimolazione delle fibre muscolari innervate, sia per quelle denervate:
- sul muscolo denervato o parzialmente innervato al fine di stimolarlo e mantenerne il più possibile il trofismo ;
- sul muscolo normoinnervato per il potenziamento muscolare o per ridurre l’ipotrofia dovuto al non uso.
Per eccitare la membrana della fibra nervosa, vale a dire provocare la comparsa di un potenziale di azione sulla superficie, è sufficiente modificare il potenziale di riposo fino a un determinato valore soglia, in media pari a – 50 mV. Raggiunto questo valore soglia, la membrana passa dallo stato di riposo a quello di attività.
Si manifesta un potenziale d’azione che si sposta lungo la fibra nervosa verso le strutture muscolari periferiche per ordinare una risposta meccanica oppure verso le strutture nervose centrali per trasmettere loro delle informazioni sensitive. L’impulso ottimale in neurostimolazione deve soddisfare queste due regole:
-Trasmettere la quantità di carica elettrica necessaria per innescare un potenziale d’azione (modifica del potenziale di riposo fino al valore di soglia) -Ma trasmettere unicamente quella quantità di carica elettrica che possa essere applicata in piena sicurezza e con il massimo comfort di utilizzo.
Modalità di applicazione
Di prassi viene usato un elettrodo collegato ad un polo positivo e un elettrodo di minori dimensioni collegato ad un polo negativo posto nel punto motore del muscolo da trattare.
Lo stimolo del muscolo tramite l’elettroterapia a correnti eccitomotorie si rivela efficace se la corrente è sufficientemente intensa, se la variazione di intensità è rapida e se l’azione avviene per un certo tempo secondo rapporti ben definiti.
Inoltre è molto importante che il paziente venga bene educato all’uso degli apparecchi di elettroterapia in quanto è fondamentale la sua collaborazione nell’esecuzione del gesto motorio durante la seduta.
In particolare, nel nostro centro utilizziamo apparecchi COMPEX (apparecchio generatore di corrente costante): essi sono dotati di programmi differenziati per il trattamento delle amiotrofie, il rafforzamento muscolare, le tens, i programmi decontratturanti, endorfinici, denervati e programmi specifici per il condizionamento sportivo.
CORRENTE DIADINAMICA
E’ una corrente unidirezionale ed emisinusoidale a bassa frequenza.
Principio d’azione
Stimola la cute e i piani sottostanti con diversi patterns di impulsi elettrici creando effetti diversi (a seconda della frequenza di stimolazione):
– effetto antalgico e miorilassante
– effetto trofico ed eccitomotorio
Indicazioni
– tendiniti, borsiti, periartriti ecc.
– postumi dolorosi di traumi articolari e artropatie acute e croniche (trattamento dell’edema, stimolazione del tessuto connettivo, dolore muscolare e radicolare, algodistrofie riflesse, ecc.)
Controindicazioni
– pace-maker cardiaci
– patologie cutanee (dermatiti, soluzioni di continuo della cute, ecc.)
– mezzi di sintesi ossea metallici
TENS Transcutaneous electrical nerve stimulation
Elettroterapia antalgica: Il dolore fisico è un sintomo provocato da una lesione, un’alterazione o un cattivo funzionamento di una parte del nostro organismo. Negli ultimi anni, l’approccio al dolore da parte del personale medico è considerevolmente cambiato. Pur essendo sempre cruciale trattare la causa del dolore, è importante anche dare sollievo o fare scomparire il dolore per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ed è proprio questo miglioramento della qualità della vita che è diventato uno degli obiettivi prioritari di ogni terapia medica.
Programmi tipo TENS: Nel 1965, Melzack e Wall furono i primi a dimostrare interesse per l’utilizzo dell’elettricità per alleviare il dolore, facendo riferimento ai progressi della conoscenza fisiologica relativa al tragitto midollare delle informazioni sensitive. La teoria fisiologica che ne risulta è stata descritta dagli autori con la denominazione di: Gate Control (si veda la definizione nel glossario)
Da allora, questo tipo di trattamento è conosciuto con il termine di TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation) oppure Gate Control.Si tratta di un metodo ampiamente riconosciuto e applicato nel settore medico. Lo scopo di questo tipo di stimolazione è sollecitare le fibre nervose afferenti della sensibilità tattile (le fibre Aβ). Questa eccitazione delle fibre Aβ trasmette quindi numerose informazioni di ritorno verso il corno posteriore del midollo spinale e blocca o limita quindi la comunicazione dei segnali nocicettivi che utilizzano fisiologicamente la stessa via d’ingresso (stessa porta) midollare.
È possibile osservare questo effetto quando, per riflesso, dopo un trauma si sfrega istintivamente la zona dolorante. La stimolazione meccanica dei ricettori tattili dell’area dolorante trasmette informazioni di questo tipo di sensibilità al corno posteriore del midollo spinale a scapito delle informazioni nocicettive che si vedono chiudere la loro porta d’ingresso midollare (Gate Control).
L’Elettrostimolazione nervosa transcutanea o letteralmente Transcutaneus electrical nerve stimulation è’ una corrente rettangolare a bassa frequenza che, agendo a livello dei nervi periferici, riesce ad ottenere una sensibile diminuizione della sintomatologia dolorosa.
E’ per questo motivo, quindi, che questa corrente svolge un’azione prevalentemente antalgica: se gli impulsi sono di breve durata e a maggior frequenza l’analgesia è a insorgenza rapida ma di breve durata, se gli impulsi sono di lunga durata e a più bassa frequenza l’analgesia insorge più lentamente ma dura più a lungo.
EFFETTI BIOLOGICI
Gli effetti generati dalla TENS possono essere così riassunti:
– inibizione della trasmissione nocicettiva
– liberazione di endorfine
-modificazione dell’eccitabilita’ periferica con un conseguente innalzamento della soglia del dolore.
INDICAZIONI
– sindromi algiche radicolari (cervicalgie, brachialgie,lombalgie, sciatalgie, , dolore del moncone d’amputazione)
– affezioni muscolari o articolari localizzate, dolorose e nervose (nevriti) e radicoliti, dolore acuto post-operatorio
CONTROINDICAZIONI
– presenza di pace-maker cardiaci
– gravidanza
– uso in prossimità della zona cardiaca o in soggetti con turbe del ritmo cardiaco.
-Gli elettrodi non vanno mai posizionati sopra FERITE , PIAGHE , o in zone di ALTERATA SENSIBILITA’ .
-E’ sconsigliato l’utilizzo della stimolazione sulla parte ANTERIORE del COLLO , per la possibilità di evocare uno spasmo laringeo.
IONOFORESI (Ionoforesi elettroterapia)
Elettroterapia ionoforesi è un tipo di elettroterapia antalgica e antiinfiammatoria che usa la corrente continua unidirezionale (VEDI CORRENTE GALVANICA) al fine di far assorbire tramite la pelle piccolissime particelle attive di un farmaco allo stato ionico, evitando così di iniettare i medicinali attraverso aghi ma utilizzando, appunto, lo stato di ione del medicinale stesso senza provocare dolore.
La corrente veicola gli ioni medicamentosi verso l’elettrodo di polo opposto. Gli ioni farmaceutici trovano il canale di passaggio attraverso i dotti piliferi e le ghiandole sudoripare.
Nel derma profondo parte degli ioni vanno nel circolo capillare mentre la restante parte legandosi alle proteine si accumula in depositi attivi a lenta cessione.
La ionoforesi viene fatta con un apparecchio che ha due elettrodi (uno positivo e l’altro negativo) di gomma speciale conduttiva con cui viene dato il farmaco scelto per la terapia.
Il medicinale, che si trova in soluzione, viene distribuito su apposite spugnette assorbenti che rivestono gli elettrodi, i quali vengono poi posizionati “a ponte” in corrispondenza della zona da trattare.
Il trattamento vero e proprio inizia accendendo l’apparecchio che tramite la corrente trasporterà gli ioni del farmaco attraverso la parte interessata.
I vantaggi della ionoforesi sono diversi in quanto permettono di introdurre nell’organismo, direttamente nella zona da trattare, sostanze “pure” assolutamente senza dolore e senza apportare alcun danno ad altri organi, permette agli ioni di legarsi a determinate proteine con la conseguenza di aumentare il tempo di permanenza in circolo della sostanza medicinale, migliora il trofismo dei tessuti superficiali e profondi iperpolarizza le terminazioni nervose, elevando la soglia di eccitabilità, e quindi produce un elevato effetto antalgico.
INDICAZIONI
La ionoforesi è indicata per tutte le affezioni flogistiche articolari, e, in modo particolare, per la cura dell’artrosi e dell’artrite.
INDICAZIONE:
– ARTRITI
– NEURITI
– ARTROSI
– BORSITI
– MIOSITI
– TENDINITI
– OSTEOPOROSI ( ionoforesi calcica )
– PERIARTRITI
– ENTESOPATIE CON COMPONENTE FLOGISTICA
CONTROINDICAZIONI:
– PORTATORI DI PACE-MAKER
– IPERSENSIBILITA’ VERSO I FARMACI USATI
– ULCERA GASTRICA O DUODENALE
– DERMATITI
– FERITE
– ABRASIONI
– IPOESTESIA CUTANEA
– VARICI O ULCERE CUTANEE
– CARDIOPATIE GRAVI
– GRAVI STATI ANSIOSI
– OSTEOSINTESI
FARMACI CORRENTEMENTE USATI:
( molecole polarizzate)
SALICILATI ( Flectadol)
BENZIDAMINA (Tantum)
DICLOFENAC ( Voltaren, Dicloreum )
PIROXICAM ( Feldene , Riacen , Cicladol)
KETOROLAC ( Tora-dol , Lexidol)
SOLUZIONI CALCICHE , etc.
N.B.: Evitare l’uso di farmaci anfoteri e non specificamente indicati per l’uso ionoforetico.