Biofeedback elettromiografico

Diagnosi dei processi neuromotori

Il biofeedbak  elettromiografico  si  occupa  di  misurare  l'attivita'  dei vari gruppi muscolari, allo scopo di fornire al paziente informazioni continue (in tempo reale) sullo stato di tensione muscolare, generalmente con un triplice obiettivo:

  • favorirne la distensione ed il rilassamento.
  • aiutare il paziente a reclutare in modo selettivo solo il muscolo preso in esame.
  • facilitare il recupero neuromotorio in caso di paresi del sistema nervoso periferico (soprattutto in caso di paresi del faciale) In questo caso il parametro monitorato (tono muscolare) non appartiene all'insieme delle attivita' mediate dal sistema nervoso autonomo, ma ricade più sotto il controllo diretto della volonta', quindi il paziente può essere portato ad “apprendere” ed acquisire una maggior capacità di gestione dell’attività muscolare.

Dal punto di vista fisiologico, l'elettromiogramma misura il livello di scarica delle fibre nervose motorie che innervano il muscolo. Tale livello, espresso in microvolts, e' strettamente correlato al tono del muscolo.   Un muscolo rilassato genera un segnale non superiore a 2 - 3 microvolts, mentre se c'e tensione il valore rilevato puo' essere di 10 oppure 20 o 30 microvolts in modo continuo. Per quanto riguarda gli impieghi clinici, essi sono principalmente due: le tecniche di riabilitazione neuromuscolare dopo traumi, e le tecniche di rilassamento.

COME FUNZIONA

Vengono applicati tre piccoli elettrodi, 2 sui punti motori del muscolo da trattare, un terzo dislocato più lontano, a far massa; gli elettrodi sono collegati all’apparecchio che registra l’attività del muscolo quando questo viene attivato. Si richiede al paziente una prima contrazione attiva del muscolo, alla massima potenza e durata, in modo tale da “tarare” l’apparecchio, seguite poi da altre contrazioni a cadenza regolare. L’attività del muscolo preso in esame verrà rilevata dallo strumento e tramutata in un segnale,il quale, amplificato e trasformato in display con un led acustico e/o visivo, fornisce indicazioni al paziente riguardo al proprio tono muscolare e lo rende consapevole della contrazione.

Ogni seduta richiede molta concentrazione da parte del paziente, che in genere si affatica molto, quindi occorre proporre sedute brevi, con una cadenza di 2 o 3 volte a settimana Nel caso di paresi del faciale i muscoli più interessati da questo tipo di trattamento saranno tutti quelli responsabili della mimica facciale, per il trattamento delle sindromi femoro-rotulee si porrà l’attenzione al reclutamento del vasto mediale del quadricipite femorale, che di solito risulta più debole e iposviluppato. Può risultare utile associare alla richiesta di contrazione del muscolo in esame un esercizio da far eseguire al paziente, così da rendere il gesto finalizzato e, quindi, più facilmente eseguibile (per esempio: aggrottare la fronte, sorridere o soffiare in caso di paresi del faciale, oppure elevare l’arto inferiore extra ruotato o simulare di salire un gradino, per il reclutamento del vasto mediale).

Terapie correlate

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