La spalla


Anatomia e fisiologia della spalla

L’articolazione anatomia-della-spalladella spalla deve garantire contemporaneamente mobilità e stabilità, ed è molto spesso proprio quando questo sottil

equilibrio viene alterato che compaiono gran parte delle patologie che la riguardano. in una Per adempiere a questa duplice e contraddittoria funzione, a livello anatomico questa esigenza si traduce in un complesso sistema di articolazioni e muscoli che devono lavorare in si
nergia tra loro.

A livello articolare infatti, con il termine “spalla” non si intende un’unica struttura, ma l’insieme di cinque articolazioni che nell’ordine sono:

scapolo-omerale (la più importante, composta dalla testa omerale che si interfaccia con la cavità glenoidea della scapola, superfici sferiche che garantiscono l’ampiezza dei movimenti del nostro arto superiore nello spazio; tra esse abbiamo il cercine glenoideo, un anello di fibro-cartilagine che ha lo scopo di aumentare la superficie di contatto migliorarando la congruenza;

sotto-deltoidea (legata ai movimenti della scapolo-omerale: ogni movimento di questa provoca un movimento e un adattamento della sottodeltoidea; è formata dalla cuffia dei rotatori, da una borsa sierosa e da un tetto osseo costituito dall’arco coraco-acromiale);

scapolo-toracica (fondamentale per la dinamica della spalla, consiste nello scivolamento della scapola sul piano toracico, e tale movimento può essere di traslazione laterale, traslazione verticale e basculamento. Nel caso tale mobilità sia ridotta, tutti glia altri movimenti e articolazioni ne risentono in senso negativo);

acromion-claveare (formata da acromion a clavicola, e rinforzata dal legamento conoide e trapezoide, che insieme al legamento acromion-clavicolare e coraco-clavicolare forniscono maggiore stabilità al sistema);

sterno-costo-claveare (composta dalla clavicola, dallo sterno e dalla prima cartilagine costale, funziona come un vero e proprio cardine che collega l’arto superiore alla parte anterione del torace)
L’insieme di queste cinque articolazioni viene azionato da numerosi gruppi muscolari (ventisei in tutto) e protetto da numerosissime strutture ana
tomiche stabilizzatrici, capitanate dai muscoli e dai tendini che formano la cuffia dei rotatori.
I muscoli della spalla vanno dal cingolo scapolare all’omero; il più superficiale è il deltoide, oltre a questo anche l’infraspinato, il piccolo rotondo e il grande rotondo fanno rilievo superficialmente; il sovrapinoso ed il sottoscapolare sono invece profondi e nascosti. Il deltoide si inserisce nel terzo laterale del margine anteriore della clavicola, sull’acromion e su tutta l’estensione della spina della scapola; possiamo quindi distinguere, a seconda del segmento osseo di origine, un
a porzione claveare, una acromiale ed una spino-scapolare, le cui fibre espanse a ventaglio si raccolgono in un fascio tendineo unico che va ad inserirsi sull’impronta deltoidea dell’omero. Questo muscolo nella sua contrazione sposta l’arto superiore in
alto e lateralmente sino alla direzione orizzontale, cioè in abduzione.

anatomia muscoli spalla

 

Il sovraspinoso è nascosto sotto l’inserzione del trapezio a livello della spina della scapola, occupa la fossa sovraspinata e va ad inserirsi sulla faccetta superiore della grande tuberosità dell’omero. Abduttore e rotatore del braccio concorre ad avvicinare la testa dell’omero alla cavità glenoidea della scapola. L’infraspinato occupa la fossa omonima della scapola, le sue fibre nascono dalla superficie di questa e convergono poi su un tendine appiattito che si inserisce sulla faccetta media della grande tuberosità dell’omero. La sua azione è agonista a quella del muscolo sovraspinoso. Il piccolo rotondo si origina dalla porzione più alta del margine ascellare della scapola, affianca il margine inferiore e laterale dell’infraspinoso e si inserisce sull’omero a livello della faccetta inferiore della grande tuberosità. La sua azione è sinergica a quella dell’infraspinoso. Il grande rotondo dall’angolo inferiore della scapola , si porta in alto, lateralmente ed in avanti per inserirsi sul labbro posteriore del solco bicipitale dell’omero. Ha una duplice azione: se prende punto fisso sulla scapola, adduce il braccio al tronco; se invece prende punto fisso sull’omero solleva la spalla spostandola verso fuori; inoltre agisce come intrarotatore. Il sottoscapolare è nascosto sotto la scapola, ove occupa la fossa sottoscapolare, i suoi fasci si uniscono in un tendine breve e robusto che si inserisce poi a livello della piccola tuberosità dell’omero. È un abduttore e intraruotatore, contribuisce inoltre, insieme all’infraspinato ad avvicinare la testa dell’omero alla cavità glenoidea.

 

 

CUFFIA DEI ROTATORI

 

Quattro dei muscoli precedentemente descritti e i loro relativi tlesione-cuffia-dei-rotatoriendini formano la cosiddetta “cuffia dei rotatori”; essa merita un approfondimento per l’importanza che riveste nella dinamica della spalla (sia nella fase di movimento che in quella di stabilizzazione) e anche perché spesso, come vedremo in seguito, è anche la sede delle principali patologie di questo distretto.

Nello specifico questi quattro tendini con i relativi muscoli sono:

– superiormente il tendine del muscolo sovraspinato, con la sua azione azione abduce e ruota all’esterno (extraruota) il braccio, in sinergia con l’azione del deltoide
– anteriormente il tendine del muscolo sottoscapolare, che con la sua azione adduce e ruota verso l’interno il braccio (intrarotatore)
– posteriormente i tendini dei muscoli sottospinato, che con con la sua azione ruota esternamente il braccio e rinforza la capsula dell’articolazione scapolo omerale, stabilizzandola, ed il tendine del piccolo rotondo che con la sua azione, sinergica nei confronti dell’infraspinato , ruota debolmente verso l’esterno il braccio .
Questi muscoli con la loro contrazione tonica stabilizzanola spalla impedendone la lussazione (fuoriuscita della testa omerale dalla cavità glenoidea). I tendini piuttosto vasti (circa cinque centimetri) proteggono l’intera articolazione formando una vera e propria cuffia che avvolge la parte superiore dell’omero.
PRINCIPALI PATOLOGIE DELLA SPALLA

Prima di parlare delle principali patologie della spalla è importante precisare che le possiamo dividere in due grandi categorie che sono:

1- patologie di origine traumatica o microtraumatica, che di solito generano instabilità

2- patologie di origine degenerativa o da sovraccarico, condizionanti infiammazioni, calcificazioni, lesioni alla cuffia dei rotatori.

Al primo gruppo corrispondono problematiche tipiche dei giovani, nei quali incidenti, traumi, ipersollecitazioni alla spalla comportano una diminuzione della stabilità. Questa è assicurata di norma da capsula, legamenti e corretta funzione muscolare. Una qualsiasi alterazione dei mezzi di contenzione comporta l’instaurarsi di dolore e apprensione.

La lussazione è la perdita completa dei rapporti articolari, generalmente prodotta da un trauma importante anche se è favorita da alcune condizioni predisponenti (iperlassità), e a sua volta genera disturbi e problematiche ad essa correlate (lesione di Hill-Sachs e Bankart).

Il secondo gruppo include tutte le problematiche legate all’usura della spalla, condizionata dalla postura, dai movimenti ripetuti tante volte nell’arco della giornata, per esempio quelli lavorativi, dal mantenimento di posizioni fisse, da sovraccarichi alla spalla. A seconda della gravità, della sede, della progressione della malattia, delle condizioni predisponenti, possiamo trovarci di fronte quadri di tendiniti, borsiti, calcificazioni, sindromi da impingement, SLAP lesion, lesioni della cuffia dei rotatori parziali, totali, a medio o a tutto spessore.

Si includono in questo gruppo anche la capsulite adesiva e la spalla congelata, che di norma derivano da problematiche precedenti non trattate.

Abbiamo scelto di descrivere quelle che secondo noi sono le patologie più importanti e frequenti a carico della spalla che sono:

>Lesioni della cuffia dei rotatori

>Sindromi da conflitto/Tendinopatie

>Lussazioni

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