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Quando nel ginocchio è “tutto a posto e niente in ordine”: la sindrome femoro-rotulea

Quando nel ginocchio è “tutto a posto e niente in ordine”: la sindrome femoro-rotulea
Oct
8

La sindrome femoro-rotulea, che si manifesta con dolore più o meno intenso e difficoltà di movimento, è una problematica funzionale del ginocchio legata al malfunzionamento del meccanismo di scorrimento tra l’epifisi distale (l’estremità inferiore) del femore e la rotula.

Quest’ultima ha il compito di permettere la trasmissione della forza prodotta dal muscolo quadricipite alla tibia, permettendo l’estensione del ginocchio: in pratica agisce come una specie di puleggia. Per compiere questo lavoro deve scorrere al di sopra del femore in un apposito canale naturale, denominato “gronda femorale”.

In presenza della sindrome femoro-rotulea la rotula invece di scorrere nella gronda femorale tende a spostarsi lateralmente e quindi a strisciare contro le pareti, determinando un doloroso attrito che, oltre a causare dolore intenso, a lungo andare concorre all’instaurarsi della patologia artrosica.

SINTOMI E CAUSE
Generalmente i pazienti avvertono un dolore localizzato nella parte anteromediale del ginocchio, che aumenta camminando e flettendolo, e avvertono frequentemente scrosci articolari.

A ciò può aggiungersi anche gonfiore a livello del ginocchio, in quanto l’infiammazione crea un aumento del liquido sinoviale (idrarto).

Il cattivo posizionamento della rotula, che sta alla base della sintomatologia dolorosa, solitamente è dovuto a tre cause principali:

• Ipotrofia del quadricipite: quest’ultimo è poco sviluppato e non riesce a mantenere la rotula nella sua sede naturale. Il muscolo quadricipite femorale è una infatti costituito da quattro componenti: due sono al centro e devono generare la forza per estendere la gamba, le restanti due sono ai due lati e agiscono come due redini, guidando la rotula nel suo tragitto all’interno della gronda femorale.
Di queste ultime, quella posta sul lato esterno si chiama “vasto laterale”, e quella sul lato interno della coscia si chiama “vasto mediale”. Se uno di questi due muscoli lavora male, la rotula si sposta verso il lato che lavora bene e quindi urta contro la parete della gronda.
Tipicamente il muscolo deficitario responsabile del dolore femoro rotuleo è il muscolo vasto mediale.

• Anomalia anatomica della gronda femorale: il naturale alloggiamento rotuleo presenta una forma “svasata” e di conseguenza mal contiene la rotula, causando nel paziente anche ripetute lussazioni.

• Sovraccarico dell’articolazione durante la flessione del ginocchio: il dolore si scatena dopo che il ginocchio è stato sottoposto a stress, come durante pesanti sessioni sportive o sovraccarichi funzionali dell’arto inferiore.

Rilevante sono inoltre la conformazione anatomica e l’atteggiamento posturale del soggetto: un’incidenza abbastanza alta di questa problematica è stata rilevata negli individui affetti da valgismo, condizione in cui gli arti inferiori tendono a deviare verso l’esterno, portando le ginocchia ad avvicinarsi, assumendo una posizione a X.

DIAGNOSI E CURA
Il quadro sintomatologico legato alla sindrome, piuttosto frequente negli individui di età compresa fra i 30 ed i 50 anni, tende ad aumentare se non adeguatamente curato: è quindi importante una diagnosi tempestiva ed una terapia che lo sia altrettanto. Un accurato esame obiettivo è già di per sé in grado di individuare chiaramente questa problematica, ma al fine di avvalorare i sospetti del medico può essere utile anche una semplice radiografia eseguita con il ginocchio in flessione; nei casi più dubbi, e per valutare eventuali lesioni alla cartilagine, si procede ad una risonanza magnetica o ad una TAC.

Il trattamento della sindrome femoro-rotulea dipende dalla serietà dei sintomi: se l’infiammazione è molto forte ed in fase acuta, oltre ovviamente a consigliare caldamente crioterapia, riposo dell’articolazione e sospensione dell’attività sportiva, è consigliabile cercare di ottenere una riduzione della sintomatologia algica attraverso cicli di Tecar e Laser terapia.

Una volta superata la fase più dolorosa, è di primaria importanza sottoporsi ad un percorso riabilitativo specifico e personalizzato volto a rinforzare il muscolo quadricipite (sopratutto il vasto mediale) la cui azione stabilizzatrice sulla rotula è fondamentale.

In quest’ottica noi a Fisiokinetica accompagniamo il paziente in un percorso creato e studiato ad hoc, in cui sedute di rieducazione funzionale si integrano e si completano con esercizi accuratamente studiati e seguiti in palestra.

In questa fase inoltre può essere utile l’applicazione in loco del KINESIOTAPE, al fine si sostenere la rotula e aiutarla e ripristinare la corretta dinamica in tutto l’arco di movimento.

Essere seguiti in questa fase è fondamentale e determina il buon esito a lungo termine della terapia riabilitativa, in quanto allenare il vasto mediale, specialmente se fino a quel momento ha sempre lavorato poco, non è semplice, quindi è importante la guida di un professionista. Questo muscolo infatti lavora solo in un arco ben definito del movimento di estensione del ginocchio (nell’ultima frazione del movimento, per essere chiari) e quindi gli esercizi proposti devono essere ben mirati e selettivi. Motivo per cui spesso nel nostro centro ci avvaliamo dell’utilizzo di uno strumento, il biofeedback, in grado di rilevare l’attività elettromiografica proprio di quella specifica porzione di quadricipite durante l’esercizio proposto.

Inoltre occorre ricordare che è un percorso di rinforzo complesso, in cui bisogna sempre mantenere il giusto equilibrio di attività e riposo, in quanto se il carico per la gamba è troppo basso, non si vedrà alcun effetto, se invece è troppo elevato, si rischia di peggiorare la situazione. Ne consegue che se tutto viene fatto bene (il carico è adeguato e l’esercizio è svolto bene dal paziente), i risultati si vedranno non prima di 2-3 mesi di esercizi svolti almeno tre volte a settimana.

Giorgia Bucci

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