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Quali cibi mangiare? Dieta e sistema immunitario ai tempi del Covid-19

Quali cibi mangiare? Dieta e sistema immunitario ai tempi del Covid-19
Mar
24

Le buone pratiche per il mantenimento e miglioramento dell’immunità riguardano atti semplici e pressoché conosciuti, spesso tuttavia trascurati. Le azioni note per il loro effetto sul sistema immunitario sono quattro: attività fisica, riposo notturno, benessere psicologico e corretta alimentazione. Perché è importante avere un buono stato del sistema immunitario? La risposta è semplice: è l’unica arma di cui l’uomo dispone per difendersi dagli attacchi degli agenti infettivi (insieme alla profilassi vaccinale, se disponibile). Il sovraccarico del sistema sanitario e del lavoro dei suoi operatori potrebbe in parte diminuire con l’aderenza di ogni individuo ad un comportamento più salutare.

Tuttavia è bene sottolineare che la tecnica di profilassi con maggiore efficacia al tempo del coronavirus è l’isolamento, che permette un abbassamento tangibile dei nuovi casi di infezione (incidenza). Una volta assicurata la quarantena possiamo utilizzare alcuni alimenti a scopo preventivo, per rafforzare il sistema immunitario, nonché lo stato di salute generale.

Quali sono i nutrienti che possono avere un ruolo nel potenziare le difese immunitarie? Si tratta di un argomento di ampio interesse al tempo del virus SARS-CoV-2, responsabile dell’attuale pandemia covid-19.

La vitamina A svolge innumerevoli funzioni: da annoverare è anche quella immunitaria, tant’è che una riduzione dei suoi livelli porta ad una maggiore facilità di contrarre infezioni. Agisce in sinergia con la vitamina D: una deficienza di questa diminuisce l’effetto della vitamina A, e viceversa. Gli alimenti più ricchi sono il fegato animale, organo che funge da deposito, e l’olio di fegato di merluzzo, che contiene anche ottimi livelli di vitamina D. Da menzionare poi è il burro, che rappresenta una notevole fonte di vitamina A.

La vitamina D è un ormone a potente attività immunomodulatrice, e i cui livelli ematici sono carenti nella quasi totalità della popolazione, specie negli anziani. Con la quarantena risulta difficile usufruire dell’esposizione solare, principale fonte di questo nutriente, per tanto non bisogna limitare gli alimenti che la contengono, quali i prodotti di origine animale pesce, carne, uova, latticini.

La Curcumina, presente nella curcuma, agisce inibendo il complesso cellulare Nf-Kb, neutralizzando i radicali liberi dell’ossigeno prodotti dal virus o altro agente infettante. L’assorbimento viene aumentato dalla presenza di piperina, molecola presente nel pepe nero.

I Funghi in generale sono utili per le difese immunitarie. Quelli più studiati per la loro attività antimicrobica e immunostimolante sono: cordyceps, reishi, maitake, shiitake, tutti alimenti impiegati a scopo terapeutico dalla millenaria medicina tradizionale cinese. Oltre ai principi attivi fungini, anche gli acidi grassi a media catena (MCT) hanno potere microbicida, presenti nei grassi del cocco, latte, olio di palma non raffinato. L’olio di cocco contiene l’acido laurico, sostanza antivirale presente anche nel latte materno umano.

Fondamentali poi sono gli oligoelementi, che si comportano perlopiù da cofattori enzimatici, permettono cioè all’enzima di esercitare le sue funzioni biologiche. Senza l’attività enzimatica le cellule immunitarie non possono proteggerci dall’attacco di agenti esterni. I principali sono Rame, Manganese, Ferro, Cromo, Iodio, Selenio, ma soprattutto Zinco, minerale in grado di inibire la replicazione virale. Una fonte alimentare molto ricca di oligoelementi è il bone broth (brodo d’ossa), utilizzato sin dall’antichità; contiene anche glicina, aminoacido che partecipa alla sintesi di anticorpi, oltre ad essere componente del glutammato, usato per misurare l’efficienza del sistema immunitario. L’aggiunta di aceto di mele al brodo d’ossa in cottura può favorire l’estrazione di questi
oligominerali.

Infine la vitamina C possiede un’attività nota sul sistema immunitario. L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha stabilito una relazione di causa-effetto tra assunzione di vitamina C e contributo alla funzione immunitaria. Attenzione a non eccedere con gli zuccheri: il glucosio può inibire l’assorbimento cellulare di questa vitamina. Anche cottura e modalità di conservazione influenzano il contenuto di vitamina C alimentare. Essa infatti è altamente termolabile, oltre che suscettibile alla refrigerazione e surgelamento, responsabili della perdita del suo contenuto.

Da qui il consiglio di consumare cibi freschi e conservati a temperatura ambiente. Gli alimenti a maggior contenuto sono, peperoni dolci, kiwi, arance, i cavoli di Bruxelles ed alimenti fermentati, come per esempio il crauti. Il metabolismo fermentativo batterico infatti è uno strumento utile per aumentare la concentrazione di acido ascorbico alimentare.

Dr. Samuele Valentini
Studio di Nutrizione Umana
segreteria@studiodinutrizioneumana.com

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