
Il melograno (Punica granatum) è una pianta originaria del Medio Oriente. Il suo nome deriva dal latino malum “mela” e granatum “con semi”. Chiamato frutto della vita o gioiello d’inverno, il melograno ha suscitato nel corso dei secoli un fascino particolare presso le antiche civiltà. È simbolo di fertilità, abbondanza e longevità; la tradizione popolare gli attribuisce effetti positivi per la salute, confermati da numerosi lavori scientifici che ne evidenziano i benefici. Ancora oggi, in occasione della festa ebraica del Capodanno, viene consumato come buon augurio.
Il melograno è un frutto autunnale che inizia a maturare nel mese di ottobre ed è possibile consumarlo fino a dicembre. L’acqua è il principale costituente, rappresentando l’80% del suo peso; 100 g apportano 70 calorie che derivano prevalentemente da carboidrati come glucosio e fruttosio. È un’eccellente fonte di vitamina C e contiene sali minerali come manganese, potassio, rame e fosforo. L’intero frutto ha circa 50 diversi composti polifenolici, sostanze che contrastando l’azione dei radicali liberi e proteggono da alcune patologie. In particolare sono presenti antocianine, ellagitannini ed acidi fenolici.
È stato dimostrato che il succo di questo frutto presenta potenti capacità antiossidanti, anti-aterosclerotiche e attività anti-ipertensiva. Inoltre aumenta i livelli della paraoxonasi-1, una proteina cardioprotettiva, capace di ridurre l’ossidazione delle lipoproteine. Svolge azione protettiva per la mucosa gastrica e azione antibatterica per le infezioni intestinali, rafforzando l’attività del sistema immunitario. La punicalagina (composto fenolico) potrebbe rallentare la progressione del morbo di Alzheimer, attenuando i sintomi legati alla neuro-infiammazione e potrebbe giovare nel trattamento della sintomatologia dell’artrite reumatoide e di altre patologie infiammatorie e neurodegenerative.
Una ricerca condotta presso il Jonsson Cancer Center dell’Università della California avrebbe dimostrato che bere un bicchiere di succo di melagrano al giorno rallenta la crescita e la diffusione del cancro alla prostata, mentre secondo uno studio dell’Università del Texas può prevenire il tumore al seno. Attraverso ricerche sui topi, è stata anche notata una discreta attività antitumorale nei carcinomi del colon e del polmone.
Il consumo più frequente di questo frutto è quello del succo, dato che i semi sono legnosi e vengono usati in cucina per la preparazione di insalate o per condire la carne.
Un’attenzione particolare va fatta da parte di chi assume certi farmaci come alcuni antipertensivi, con la
rosuvastatina, la tolbutamide e il warfarin poiché ci può essere una interferenza sul loro metabolismo.
Annalisa Taccari
Studio di Nutrizione Umana
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