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Il dolore al polso delle mamme: diagnosi e trattamento

Il dolore al polso delle mamme: diagnosi e trattamento
May
30

Durante la gravidanza il corpo della donna si trasforma e si prepara ad accogliere e sostenere la vita di una
nuova creatura. Questa metamorfosi è senza dubbio un’avventura meravigliosa ed emozionante, ma spesso i cambiamenti a cui il corpo è sottoposto portano le neomamme a soffrire di dolori legati sia alle modifiche della postura che si assumono in gravidanza, nel puerperio e nell’allattamento, sia a problemi articolari e muscolotendinei (collo, schiena, polso e braccia) dovuti alle modificazioni ormonali e a sforzi ripetuti nel prendere e tenere in braccio i propri figli.

Alla luce di questa premessa è facile comprendere come mai problematiche come sindrome del tunnel carpale, epicondilite del polso e sindrome di De Quervain risultino essere i disturbi più frequenti che le neomamme accusano nei primi due anni dal parto in quanto si abituano a fare tutto con una sola mano mentre l’altra sorregge il bambino.

SI COMINCIA IN GRAVIDANZA CON IL TUNNEL CARPALE…

In gravidanza la ritenzione di liquidi e la maggior mobilità delle articolazioni possono favorire la Sindrome del Tunnel Carpale, il canale presente nel polso attraverso il quale i tendini dei muscoli flessori e il nervo mediano passano dall’avambraccio alla mano.

Questo tunnel non è elastico, quindi subisce la pressione che si crea in occasione di tendiniti, determinando l’irritazione del nervo mediano. I sintomi che la mamma può sentire sono: dolore alle prime tre dita della mano (pollice, indice e anulare), più intenso la notte e accompagnato da insensibilità e perdita di forza.

… E SI CONTINUA CON L’EPICONDILITE

Le neomamme, costrette all’uso della mano dominante in quanto l’altra sostiene il bambino, sottopongono l’arto a sforzi eccessivi e microtraumi ripetuti. I tendini così sovraccaricati si infiammano e si manifesta un dolore che, dal gomito, si irradia fino al polso e alla mano, anche nei gesti più banali.

LA COSIDDETTA “SINDROME DELLE MAMME”: LA TENOSINOVITE DI DE QUERVAIN

Dal punto di vista medico, si tratta dell’infiammazione dei tendini estensore breve e abduttore lungo del pollice: quindi il dolore diventerà particolarmente acuto nei movimenti di presa a pinza, tra pollice e indice, ma anche in tutti i normali movimenti del polso, come la rotazione, l’estensione e la flessione. Questi tendini, scorrendo dentro ad un canale molto stretto, delimitato in alto da un legamento, se si infiammano diventano più grossi e causano dolore, edema e tumefazione.

È difficile che questa situazione si risolva spontaneamente in quanto si instaura un circolo vizioso: più i tendini faticano a passare al di sotto di questo “legamento”, più si infiammano, con conseguente aumento delle loro dimensioni e dei sintomi.

Questo problema può colpire tante neo-mamme ed è causato da posture e posizioni scorrette assunte quando si tiene in braccio il bebè. In particolare, quando gli si sorregge la testa, quando lo si solleva prendendolo sotto le ascelle e quando lo si allatta senza supporti.

LA DIAGNOSI

La diagnosi per tutte queste patologie è in prima battuta clinica, ovvero, basta una semplice visita da uno specialista che grazie a dei test specifici sarà in grado di riconoscere i sintomi principali e sarà lui a valutare
eventualmente la necessità di effettuare successivi esami strumentali.

IL TRATTAMENTO

Queste problematiche nei casi più lievi regrediscono con il riposo, applicazioni di ghiaccio e utilizzo di tutori specifici (strumenti particolarmente utili di notte, quando tendiamo ad assumere una posizione di protezione della mano con il pollice dentro le dita, irritando ancora di più i tendini).

È inoltre fondamentale, per quanto possibile, la modifica delle posizioni con cui si tiene il bambino e la
correzione degli atteggiamenti posturali viziati che hanno prodotto lo squilibrio (ad esempio, tenerlo con l’altro braccio, usare la fascia o altri supporti ergonomici, evitare il sovraccarico in estensione del pollice utilizzando di più le braccia e la mano come fossero una paletta e cercare di sostenere il bambino più con il braccio che con il polso e la mano). Nei casi più seri è però importante rivolgersi ad uno specialista il quale valuterà il ricorso alla fisioterapia o l’intervento chirurgico.

Nel nostro centro Fisiokinetica affrontiamo queste problematiche “curando in tre fasi”:

nella prima fase (fase acuta) andiamo a curare i sintomi dell’infiammazione (dolore, edema, tumefazione), agendo principalmente attraverso terapie fisiche strumentali;

nella seconda fase andiamo a ricercare la causa e risolvere il problema che ha originato i sintomi, quindi, in questi casi specifici, cercheremo di analizzare la postura e il gesto delle pazienti in modo da correggerlo e migliorarlo e ripristinare la fisiologica funzionalità articolare e miotendinea tramite massaggi, rieducazione,
esercizi di rinforzo allungamento specifici;

nella terza fase, al fine di mantenere i risultati ottenuti, daremo indicazioni alle mamme sulle strategie da adottare a domicilio riguardo la postura corretta da tenere, i movimenti e le posizioni più ergonomiche da utilizzare nella quotidianità con i propri bimbi e gli esercizi di rinforzo e stretching da eseguire al fine di non sovraccaricare nuovamente le articolazioni e i tendini.

Giorgia Bucci

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