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Dieta ed allergie. Quale alimentazione in primavera?

Dieta ed allergie. Quale alimentazione in primavera?
Apr
3

In primavera oltre il 20% delle persone hanno problemi di allergia per la presenza di pollini di diverse piante e, mentre è comune ricorrere ai farmaci, si pone meno attenzione al ruolo della dieta come importante fattore di prevenzione.

L’allergia è una reazione del nostro sistema immunitario che alla presenza di una determinata sostanza produce anticorpi i quali a loro volta provocano la liberazione di istamina e leucotrieni. I pollini e gli acari sono i maggiori responsabili di queste reazioni allergiche; gli effetti sono spesso lacrimazione agli occhi, irritazione delle mucose nasali fino a situazioni più impegnative come l’asma bronchiale.

L’infiammazione e lo stress ossidativo aumentano infatti la vulnerabilità delle vie aeree. La rinite allergica, o pollinosi, è un classico mix di raffreddore e congiuntivite, detto anche “raffreddore da fieno” (Hay fever in inglese). Alcune volte l’allergia coinvolge altri distretti del nostro corpo come labbra, cavo orale o intestino.

Un’alimentazione scorretta può causare un peggioramento, causato da un sistema definito MALT, tessuto linfoide associato alla mucosa. L’ambiente del sistema immunitario delle mucose differisce da quello sistemico poiché le cellule sono costantemente esposte a sostanze antigeniche.

In una rilevante percentuale dei casi di allergia ai pollini è presente anche una allergia ad alcuni alimenti che hanno una parentela allergenica con la pianta incriminata: questa viene definita “allergia crociata”. Le reazioni possono manifestarsi sia pochi minuti dopo l’ingestione del cibo con disturbi alla bocca (bruciore, gonfiore, prurito) o tardivamente in sedi diverse.

Ecco gli alimenti a cui bisogna fare attenzione nel caso di allergia ad una delle varie piante responsabili:
– per l’allergia alle Betullacee evitare mela, frutta secca, pera, pesca, ciliegia, prugna, kiwi, carota, sedano,
finocchio, prezzemolo, soia, fave, patate;
– in caso di allergia alle Composite: banana, cicoria, lattuga, sedano, prezzemolo, carota, finocchio;
– se c’è allergia alle Graminacee: kiwi, anguria, pesca, prugna, agrumi, melone, albicocca, ciliegia, noci e mandorle, pomodoro, peperoni.

I test più specifici per diagnosticare le allergie sono quelli molecolari, come l’Immuno Solid-phase Allergen Chip (ISAC), che individuano con precisione la proteina a cui si è allergici.

Una raccomandazione generale contro queste reazioni è quella di consumare cibi poco allergenici. Inoltre la cottura rende gli alimenti più tollerati, perché il calore denatura molti antigeni responsabili dell’allergia.

Studi recenti dimostrano che l’uso quotidiano di frutta e verdura fresca, preferibilmente biologica, ricche di composti antiossidanti, migliorano i sintomi. In particolare l’uva rossa è un antiallergico per la presenza di resveratrolo, così come la mela per la quercetina nella buccia, associata ad una migliore funzionalità polmonare.

Il consumo di alimenti probiotici aiuterebbero a ridurre le IgE, gli anticorpi prodotti durante una reazione allergica, e ad aumentare le IgG, che invece la contrastano. La ricerca scientifica ha infatti riconosciuto la stretta relazione tra i sintomi allergici e l’aumento dell’infiammazione e della permeabilità livello intestinale, fattori che portano a sviluppare citochine che accentuano o addirittura inducono la sintomatologia allergica.

Esistono sostanze naturali in grado di ridurre gli enzimi che producono i mediatori delle risposte allergiche: la Curucmina e gli acidi Boswellici, mentre Perilla e Zinco aiutano a sostenere il sistema immunitario. Anche gli Omega-3 del pesce contribuiscono ad alleviare i sintomi e mantengono elastiche le membrane cellulari. Infine la riduzione del peso corporeo contribuisce al miglioramento sintomatologico delle vie respiratorie.

Per tutti coloro che con l’arrivo della primavera si trovano a dover fronteggiare i fastidi delle allergie ai pollini è possibile definire una corretta impostazione dietetica e curare l’equilibrio intestinale per ridurre l’infiammazione dell’organismo ed evitare di superare la propria soglia di reattività. Per non ricorrere a soluzioni con effetti collaterali e controindicazioni come l’uso del cortisone, si può quindi provare ad usare rimedi naturali ed intraprendere uno stile di vita più salutare.

Dr.ssa Annalisa Taccari
Biologo Nutrizionista
PhD in Scienze degli Alimenti

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