
Il cocomero non è propriamente un frutto, ma un ortaggio della famiglia delle Cucurbitacee, stretti parenti di cetriolo e zucca.
La letteratura scientifica ha da tempo sottolineato il suo valore nutraceutico per il contenuto in micronutrienti e composti di interesse salutistico. Il nome cocomero è usato soprattutto in Italia centrale (dal latino cucumis, cetriolo), mentre in Italia settentrionale è conosciuto come anguria (dal greco angoúrion). Il raccolto si concentra nel Lazio, Campania, Puglia, Lombardia e Sicilia.
Da sempre è considerato il frutto simbolo dell’estate grazie all’elevato contenuto di acqua (oltre il 95%), da cui derivano proprietà dissetanti e diuretiche. Per questo si sconsiglia il consumo a fine pasto poiché l’eccesso di acqua può diluire i succhi gastrici e rallentare la digestione. È preferibile mangiarlo fuori pasto come spuntino, in piccole quantità nei soggetti sensibili ai FODMAP, ad esempio se si soffre di colon irritabile.
Nonostante il suo gusto dolce conferitogli da alcune sostanze aromatiche, ha un basso contenuto di zuccheri (circa il 5%, in particolare fruttosio) ed ha pochissime calorie: basti pensare che 100 grammi ne forniscono appena 16.
È una fonte di vitamina C e protegge la pelle dal sole per il contenuto in vitamina A. Inoltre permette al fisico di combattere l’affaticamento dai caldi estivi poiché contiene potassio, funzionale alla conduzione degli impulsi nervosi ed al ricambio dei liquidi corporei. È ricco di licopene, carotenoide che gli dona il colore rosso e potente antiossidante che ostacola l’azione dei radicali liberi, causa dell’invecchiamento cellulare.
Nel tempo sono state selezionate delle varietà, come alcune mini-angurie, con un elevato contenuto di questa sostanza. Una piccola curiosità: uno studio dimostra che il cocomero conservato a temperatura ambiente è più ricco di carotenoidi rispetto a quello conservato in frigo. Infine contiene citrullina, un aminoacido utilizzato dal corpo umano per produrre arginina, aminoacido essenziale nella moltiplicazione cellulare e nella rimozione di ammoniaca dal nostro organismo.
I semini possono essere mangiati e hanno ottime proprietà: sono ricchi di fibre, proteine, omega 6, vitamine del gruppo B, sali minerali ed antiossidanti. Per il loro valore nutrizionale è possibile essiccarli e polverizzarli per fare infusi o utilizzarli in alcune ricette.
La scelta di un cocomero maturo non è facile: è possibile fare un assaggio di un tassello con una piccola incisione, in alternativa bisogna osservare che abbia una porzione di buccia giallastra (ovvero la parte che poggiava nel suolo): se assente può indicare una raccolta precoce.
Dr.ssa Annalisa Taccari
Biologo Nutrizionista
PhD in Scienze degli Alimenti