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Baby wearing, i consigli dell’esperta

Baby wearing, i consigli dell’esperta
Nov
14

“La cosa bella è che c’erano mamme incinte, mamme con bambini piccoli e mamme con bambini più grandi, di circa un anno e mezzo. Avere presenti ad un incontro tre tipologie diverse di mamma è un privilegio che capita raramente”. Commenta così Serena Rossi, consulente Babywearing Italia, l’appuntamento che martedì pomeriggio l’ha vista protagonista al Centro di Riabilitazione Fisiokinetica di Santarcangelo. Serena ha risposto, insieme a Giorgia Bucci di Fisiokinetica, a domande sull’ergonomia e sulla fisiologia del “portare addosso” il bambino e ha illustrato i diversi tipi di supporto esistenti. Perché il “baby wearing” è proprio questo.

“Letteralmente baby wearing vuol dire “indossare un bambino”, quindi portare il proprio figlio addosso – spiega Serena -. È un modo per trasportare il proprio figlio senza l’ausilio del passeggino, ma anche per stare a contatto con il proprio bimbo facendo al contempo tante cose. E questo è prezioso forse più adesso che in passato perché il tempo da poter dedicare ai figli è sempre meno. Legarsi addosso il bambino con una fascia di tessuto o un marsupio permette alla mamma di fare altre cose e al tempo stesso di rispondere all’esigenza del bimbo piccolo di stare a contatto con la madre. C’è poi chi si appassiona e ne fa quasi l’unica modalità di trasporto del piccolo e chi lo utilizza qualche volta, per esempio per andare ad una fiera senza il passeggino. Adesso il baby wearing è diventato anche una moda”.

La copertina del libro “Tato e le passeggiate nella fascia”

L’incontro è stato organizzato in occasione dell’uscita del libro “Tato e le passeggiate nella fascia” di Serena Sechi.
“È stato un incontro particolare perché siamo partiti da questo libro, che affronta le passeggiate nella fascia con la voce di questo bambino, Tato, ed erano presenti anche due bimbi. Per cui siamo partiti dal racconto per poi parlare delle diverse opportunità a disposizione di mamme e bambini”.

Quali sono le domande più frequenti in questo genere di incontri?
“Le mamme chiedono soprattutto come portare il bambino correttamente a livello ergonomico e fisico perché faccia bene alla struttura del neonato e a loro. Giorgia ha spiegato molto bene questi due aspetti. Io ho poi parlato dei diversi tipi di supporto, ce ne sono tantissimi e non è sempre facile districarsi”.

Partendo dal presupposto che ogni caso fa storia a sé, quali sono i consigli che si possono dare?
“Il supporto ideale per un neonato appena nato è la fascia perché è un tessuto lungo che si adatta sia al corpo della mamma che a quello del bambino, mentre il marsupio non è mai perfettamente adattabile. Però è anche vero che alcune mamme non si sono trovate nel provarla e allora per loro esistono alcuni tipi di marsupio adatti al trasporto anche di bambini molto piccoli. Prima di comprare bisogna provare. Questo è il primo consiglio”.

Ci sono tre parametri dai quali si può capire se il supporto sia quello giusto.
“Il supporto deve rispettare quella che è la fisiologia del bambino: la cifosi della schiena, le gambine a ranocchio e i piedini paralleli al pavimento. Queste sono le tre cose che visivamente ti fanno capire se il bambino è messo bene nel supporto”.

Fascia, marsupio e passeggino possono coesistere in una casa?
“Certo, un supporto non esclude gli altri. Fascia/marsupio e passeggino sono due modalità di trasporto diverse. La fascia o il marsupio si mettono anche a casa ed il bambino vive le cose insieme alla mamma. Gli studi hanno dimostrato che i bambini “portati” con la fascia o il marsupio sono spesso più precoci degli altri nel capire le cose. Ma questo non significa che non devi avere anche il passeggino. In termini di relazione è però evidente che il passeggino rispetto al marsupio o alla fascia crei più distacco”.

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