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Attenzione ai “saldi” sulla salute… perché i rischi sono grossi

Attenzione ai “saldi” sulla salute… perché i rischi sono grossi
Jan
14

Gennaio, tempo di saldi. Ma attenzione ai “saldi” sulla salute perché il rischio, oltre che di spendere inutilmente il proprio denaro, è quello di arrecare danno al proprio corpo. Diffidate quindi dai prezzi da “discount” perché spesso a prezzi bassi corrispondono prestazioni “scarse”. Il livello qualitativo della prestazione è infatti legato alla parte manuale e spesso i trattamenti economici sono fatti esclusivamente con macchine.

Ecco quattro consigli su come scegliere il “giusto” fisioterapista:

1. Rivolgetevi solo a operatori certificati. Per poter lavorare in una struttura pubblica o accreditata è necessario conseguire il titolo di “terapista della riabilitazione”, corso universitario triennale che rappresenta una branca di Medicina. Un altro percorso per diventare fisioterapista è conseguire la laurea in Scienze Motorie e frequentare poi una scuola privata di massofisioterapia.
“La sola laurea in Scienze Motorie non ti mette in condizione di mettere le mani sui pazienti – spiega Corrado Ballarini, titolare di Fisiokinetica -, se invece la laurea viene integrata con un corso privato si ha la possibilità di diventare un ottimo professionista della riabilitazione”. Non danno invece alcun tipo di abilitazione i corsi di massaggio per cultura personale (con quest’ultima dicitura spesso indicata in caratteri minuscoli). Attenzione perché nel caso si subiscano danni fisici in questi casi è elevato il rischio di non poter essere risarciti.

2. Affidatevi a centri autorizzati. “Anche i centri devono essere autorizzati ed i parametri sono piuttosto rigidi. Diffidate di chi vi riceve in strutture non idonee” è il consiglio di Ballarini.

3. Attenzione alle apparecchiature… Si parla genericamente di laser e di tecar, ma ci sono potenze e modalità diverse. “A volte nel nostro centro arrivano pazienti che dicono di aver fatto un ciclo di laser ma che in realtà sono stati sottoposti a trattamenti con apparecchiature di livello basso – continua Ballarini -. La tecar terapia è per esempio una terapia operatore-dipendente le cui proprietà diventano quasi nulle se si leva la parte manuale. Adesso ci sono terapie chiamate impropriamente di tecar automatica, in realtà se non c’è la parte manuale non si può parlare di tecar. Tecar è un acronimo: il nome originario è “diatermia per contatto”, dal quale si evince in cosa consista. Noi al centro Fisiokinetica la facciamo dal 2005, il primo paziente fu il noto calciatore Sergio Floccari”.

4. … e alle terapie manuali. L’osteopatia, per esempio, prevede manovre abbastanza invasive che se non vengono fatte da un professionista capace possono essere estremamente dannose. Diffidate di chi vuole manipolarvi senza chiedere le radiografie, soprattutto nel caso della cervicale.
Diffidate poi di coloro che vendono sedute senza parlare di un progetto riabilitativo. “Bisogna sempre guardare non tanto il numero di sedute, ma qual è il problema da curare ed il percorso da affrontare” chiosa Corrado Ballarini.

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